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Una azienda su tre prevede di assumere nei prossimi 12 mesi

Ricavi in crescita ma il business dipende eccessivamente dai consumi interni

Lo studio internazionale Grant Thornton condotto su 36 economie mette in evidenza un miglioramento nelle aspettative di crescita dei ricavi delle imprese a livello mondiale per i prossimi 12 mesi. Le aspettative sulle esportazioni sono invece più basse, con un effetto sui ricavi delle società di dipendere principalmente dalla spesa in consumi interni. Quale che sia la forza reale di spesa dei consumatori questa è ora minacciata da alcuni fattori macroeconomici internazionali.

Tra i fattori macroeconomici internazionali, alcuni inaspettati, che remano contro e da non sottovalutare nei prossimi mesi, vale la pena citare: la crescente incertezza politica ed economica generata da più aree geografiche contemporaneamente. Dall’Inghilterra post Brexit, all’empasse politica spagnola, alle debolezze economiche e di integrazione sociale in Francia, al tentato golpe in Turchia, alle imminenti elezioni americane, agli efferati drammatici attentati terroristici nel cuore dell’Europa, alla ripartenza dei prezzi del petrolio, alla revisione al ribasso delle politiche salariali.

Ciò detto, in quest’ultimo International business report (IBR) di Grant Thornton – con interviste a 2.500 ceo, presidenti e alti dirigenti di 36 paesi, tra cui l’Italia – emergono anche elementi positivi o in via di miglioramento, come ad esempio il fatto che la mancanza di domanda di lavoratori specializzati potrebbe invertire il trend negativo nelle politiche retributive, con benefici su occupazione, potere di spesa dei lavoratori e delle famiglie, ricavi per le imprese.

In Italia si aggiungono altri fattori condizionanti e di instabilità, come quelli derivanti dal prossimo referendum costituzionale e quelli legati alle politiche comunitarie e pubbliche per affrontare la massa di crediti deteriorati delle banche e la maggiore prevalenza in Italia, rispetto ad altri paesi europei, di investitori privati possessori di bond subordinati.

Nel rapporto Grant Thornton del secondo trimestre 2016 le aspettative dei 2.500 leader intervistati per i prossimi 12 mesi appaiono in crescita a livello mondiale in termini di ricavi (46% del campione, + 11% verso 1mo trimestre), dei prezzi di vendita (21%, +4%), della profittabilità (36%,  +6%).

Per Unione Europea e Italia le aspettative positive sono rispettivamente per i ricavi al 43% (+ 3%) e al 38% (+4%), per i prezzi di vendita a 15% (+8%) e 8% (+10%), per profittabilità a 31% (+3%) e 28% (+4%). Al tempo stesso, per l’export le aspettative di incremento sono più fiacche per il prossimo anno. Per UE vale il 20% delle risposte (-2%) mentre per l’Italia 18% (-6%). 

“Sia a livello mondiale, sia in Europa che in Italia sembra esserci un disallineamento tra aspettative di ricavi e piani di sviluppo per l’export”, commenta Roberto H. Tentori, Presidente di Grant Thornton Consultants. “Le aspettative moderate sulle esportazioni portano a pensare che molte imprese sono eccessivamente dipendenti dalla spesa in consumi interni”. “Lato consumatori, aspettative positive e fiducia nel prossimo anno potrebbero essere minati dalla ripresa dei prezzi del petrolio, dal clima di incertezza politica a livello mondiale ed europeo post Brexit, crescente insicurezza sociale nelle città europee”.

 

Riguardo ai dati del nuovo rapporto Grant Thornton sul fronte dell’occupazione, le aspettative su nuove assunzioni nell’area UE si attestano al 27% del campione intervistato (+2% rispetto al 1mo trimestre), mentre con una nota positiva di fiducia per l’Italia il dato è più favorevole per 30% del campione, con un incremento percentuale di ben 16 punti rispetto al primo trimestre.

“La ripresa dell’economia italiana continuerà seppur più lenta e modesta”,  continua Tentori,  “nonostante le incertezze internazionali e i vari temi legati all’Italia”. “Il prossimo referendum per la riforma costituzionale potrebbe condizionare la crescita e gli investimenti domestici nel breve periodo. Al tempo stesso, fanno ben sperare i dati sull’occupazione italiana che emergono nel rapporto Grant Thornton”.

Non manca la volontà di continuare a investire e ad assumere, tanto che ben una azienda italiana su tre progetta assunzioni nei prossimi 12 mesi, anche perché la maggior parte degli imprenditori intervistati sottolinea una mancanza significativa di lavoratori specializzati e questo rappresenta una grande opportunità per i nostri giovani che studiano o già lavorano in Italia e all’estero”.

 

Tra le nuove sfide che attendono la business community quelle legate ai trattati commerciali e ai negoziati UE in corso con USA e Cina. Sarà importante arrivare velocemente a nuovi accordi che facilitino lo scambio commerciali tra i paesi e al tempo stesso che tutelino le eccellenze nazionali, tra cui spiccano quelle italiane apprezzate nel mondo. Se ciò non dovesse accadere i piani di sviluppo di lungo periodo delle aziende potrebbero essere condizionati negativamente.

 “L’impatto reale e duraturo per le imprese italiane post Brexit è ancora prematuro e difficile da valutare a circa un mese dal voto” – commenta Alessandro Dragonetti, Managing Partner di Bernoni Grant Thornton. “Al momento si registra un alto livello di incertezza e volatilità dei mercati. La Bce, i governi europei, le istituzioni finanziare stanno lavorando per sostenere la stabilità monetaria e fiscale. C’è un’elevata pressione speculativa internazionale sulle banche europee con criticità patrimoniali che aumenta la complessità dello scenario economico anche italiano nel breve periodo.

Il Fondo Monetario Internazionale nei giorni passati ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia anche in relazione ai 360 miliardi di crediti deteriorati nei bilanci delle banche che condizionano le scelte degli imprenditori e frenano gli investimenti. Ciò detto, va tenuto conto che le attese e indiscrezioni da fonti autorevoli riguardo agli esiti sugli stress test alle 5 primarie banche italiane sono positive per ben 4 su 5, con una banca italiana con un target atteso ai massimi livelli tra quelle europee”.

Tra le principali opportunità e sfide che gli imprenditori dovranno affrontare nel prossimo anno” – conclude Dragonetti – “la capacità di saper innovare in contesti aziendali e mercati altamente mutevoli, avere una leadership che sappia attrarre e valorizzare giovani talenti e manager esperti anche provenienti dai paesi esteri, strategie vincenti per svilupparsi di più all’estero”.