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Sempre più in Italia si sta assistendo al supporto del venture capital come forma di accelerazione dello sviluppo, della ricerca e del trasferimento tecnologico delle aziende e delle idee imprenditoriali più innovative.

Nonostante il ritardo del nostro Paese in questo settore rispetto soprattutto ai mercati anglosassoni, negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente attenzione per il venture capital anche in Italia. Ne è testimonianza quanto accaduto nel corso del 2023 dove numerose sono state le iniziative volte a far decollare l’incontro tra scienza, ricerca, imprese, genio imprenditoriale e finanza. Mi riferisco ad esempio al Fondo Italiano d’Investimento Venture che lo scorso luglio con Fondo Italiano d’Investimento SGR ha concluso con successo il primo closing della raccolta di FITEC II (Fondo Italiano Tecnologia e Crescita II) per 137 milioni, o anche a LVenture Group e Digital Magics con il progetto di fusione per incorporazione di Digital Magics in Lvg, o ancora a Cube Labs che lo scorso marzo ha debuttato all’Euronext Growth Milan, segmento Pro, definendosi il primo venture builder italiano e tra i pochi in Europa. Queste sono solo alcune delle testimonianze, insieme ad i numerosi interventi in start-up che sottolineano come vi sia un crescente interesse da parte degli investitori a supportare le start up in tutte le fasi del loro ciclo di vita, dal seed e early stage all’ expansion e growth capital, con focus su società ad alto contenuto tecnologico.

Tali esempi sono anche testimonianza della volontà degli operatori del settore di cogliere le opportunità in un contesto di forte espansione del mercato del venture capital in Italia con l’obiettivo di attrarre i migliori talenti e start up, contribuendo alla trasformazione digitale delle imprese e al potenziamento dell’open innovation, questo anche per una maggior creazione di valore e ritorno per gli azionisti e gli altri stakeholder coinvolti.

Leggendo ai dati delle iniziative finanziate dagli investitori negli ultimi tempi e soprattutto ai settori in cui le risorse finanziarie sono state concentrate, si assiste ad una rinnovata prospettiva di creazione di un circolo virtuoso tra scienza e industria che molto spesso in Italia non riesce a decollare rispetto ai lab, start up di università e imprese francesci, inglesi o tedesche per citare paesi più esperti in queste tipologie di operazioni. Soprattutto la continua ricerca da parte degli operatori del settore di start-up sulle quali concentrare i propri investimenti, costituisce un importante modalità per finanziarie la ricerca applicata, per supportare l’innovazione tecnologica, per supportare ed accelerare la transizione energetica, per contribuire all’imprenditoria giovanile, per supportare quelle che oggi sono idee e che domani saranno auspicabilmente realtà imprenditoriali vincenti del nostro Paese.