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Antonio Aiuto, Associate Partner Advisory, ha recentemente partecipato all’Advanced Leadership Programme (ALP), un’iniziativa del network internazionale Grant Thornton pensata per rafforzare le competenze di leadership e favorire la connessione tra colleghi provenienti da tutto il mondo. In questa intervista Antonio ai microfoni di GTime la sua esperienza e le riflessioni maturate durante i primi moduli del percorso.
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Partiamo dall'inizio: cos’è l’Advanced Leadership Programme e a chi si rivolge?
L’ALP è un programma annuale pensato per i professionisti del network Grant Thornton che ricoprono ruoli apicali e che sono riconosciuti come potenziali leader a livello internazionale. Si articola in quattro moduli, due virtuali e due in presenza, e ha l’obiettivo di rafforzare le competenze di leadership, creare connessioni solide tra colleghi di diversi Paesi e promuovere una visione sempre più globale nel modo in cui lavoriamo.

Cosa ti ha spinto a partecipare all’Advanced Leadership Programme?
La spinta è arrivata da due esigenze molto chiare. La prima è quella di ampliare il mio network internazionale: per me le relazioni sono un vero asset strategico. Avere un contatto diretto con colleghi competenti in tutto il mondo è qualcosa di davvero potente.
La seconda è più personale: avevo voglia di mettermi in gioco come leader, confrontandomi con approcci diversi e punti di vista nuovi.

Cosa intendi con “metterti in gioco”?
Credo che un vero leader debba essere disposto a mettere in discussione le proprie certezze. L’ALP mi ha offerto proprio questo: la possibilità di riflettere su temi come il potere del dubbio, l’ascolto attivo, l'importanza del coaching. Tutti aspetti che aiutano a crescere, non solo a livello professionale.

Com’è stato ritrovarsi in un contesto internazionale così ampio?
Molto stimolante. Nei primi due moduli ho incontrato più di 100 colleghi da oltre 30 paesi: persone con esperienze diverse, ma con lo stesso desiderio di confrontarsi e crescere. Si crea subito una connessione, perché il programma ti porta a lavorare insieme in modo molto concreto.

C’è qualcosa che ti ha colpito particolarmente del programma?
Sì, la forza del nostro network. È stato impressionante vedere quanto know-how abbiamo a livello globale e quanto sia reale il lavoro cross-border. Lavorare su clienti internazionali insieme a colleghi di altri Paesi è qualcosa che viviamo ogni giorno, ma vederlo da dentro, in modo strutturato, è tutta un’altra cosa.

 

Pensi che quest’esperienza ti abbia già cambiato?
Sicuramente mi ha lasciato tanto su cui riflettere. Porto a casa nuovi strumenti, ma anche nuove domande. E credo sia un buon segno: un leader, oggi, deve continuare a farsi domande e ad ascoltare prospettive diverse. Questo è il vero valore aggiunto del programma.

Che messaggio ti sentiresti di condividere con il/la futuro/a collega selezionato/a per partecipare all’ALP?
Direi di viverlo con apertura. Non è solo un percorso formativo, ma un’esperienza trasformativa. Ti mette davanti a colleghi con background e culture diverse, ti sfida, ti arricchisce. E ti fa capire che la leadership non è una posizione, ma un processo continuo.