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L’ultima Convention Grant Thornton a Milano Marittima ha rappresentato una incredibile occasione di incontro. Sono stati tre giorni di gioco e condivisione, approfondimento di temi trasversali ed attuali, ma soprattutto un’opportunità per vedersi, confrontarsi, rinsaldare e creare le relazioni che, ribadiamolo, necessitano di presenza e di fisicità
Perchè è così importante trovare occasioni di incontro fisico?
Pensate che solo il 7% della comunicazione si fonda sul verbale, ossia le parole che utilizziamo. Quasi tutto ciò che comunichiamo è basato sul paraverbale (il tono della voce) e sulla prossemica, ossia il modo in cui il nostro corpo interagisce con le persone e lo spazio circostante.
Dunque, è il corpo e non le parole ad esprimersi per noi. Incontrarsi in queste situazioni equivale quindi a (ri)conoscersi, e creare spazi di relazione ancora più saldi.
Queste occasioni sono preziose anche per ribadire quali sono i valori e lei buone pratiche su cui si fonda Grant Thornton – perchè, fondamentale, ai valori dichiarati devono seguire i valori agiti, e quindi tutte quelle azioni concrete che creano benessere e sviluppo per sè e per gli altri.
Durante la Convention ci siamo soffermati sui Valori e sul tipo di significato che assumono nella nostra esistenza. Vale la pena tornare sul tema - Perchè è così importante identificare il proprio frame valoriale? Perchè rappresenta il nostro sistema di orientamento, la bussola che determina le nostre scelte e ciò che ci consente di comprendere il senso delle nostre azioni.
I Valori possono essere universali, come gioia, amore o pace, oppure culturali – si riflettono quindi nelle istituzioni e nei sistemi educativi – ma sono i Valori Personali che orientano le nostre scelte di vita e di carriera.
Come si creano, quindi, benessere e sviluppo?
Con l’allineamento tra Valori Organizzativi e Valori Personali. Se sono consapevole di ciò che mi guida posso essere in grado di individuare quali sono i valori vigenti nell “acquario sociale”, ossia in questo caso il luogo di lavoro, in cui sono letteralmente immerso per la gran parte della mia giornata. Posso autodeterminarmi ed entrare in contatto con le mie aspirazioni ed i miei desideri – mettendomi nelle condizioni di esprimerli e di creare un circolo virtuoso di comunicazione con i miei colleghi e referenti, che può supportarmi nel renderli concreti.
Infine, posso misurare il mio grado di accordo interiore con il modo con cui sono percepiti ed agiti ruoli e progetti nel contesto organizzativo, consentendomi non solo di interpretare i parametri quantitativi legati alle performance ma, più importante, le modalità con cui si arriva al raggiungimento degli obiettivi.
Il “come” è espressione dei valori portanti di tutti ed è il bene più prezioso. Come preservarlo?
Essendo consapevoli di essere tutti preziosi contributori e ciascuno responsabile, per la propria parte. In ogni situazione soprattutto nelle fasi critiche, chiediamo a noi stessi “Cosa è in mio potere?”- ma anche – “Qual è il mio impatto sul contesto, in base al mio ruolo e alle mie caratteristiche di personalità?” “Come posso fornire un contributo di valore, per me e gli altri?”.
Acquisire questo punto di vista significa certamente assumere la piena responsabilità del nostro perimetro di azione ma, prima di questo, tornare al proprio potere personale, quello che ci rende consapevoli delle nostre incredibili capacità realizzative.
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Raffaella Cavallucci, HR Executive del gruppo Ria Grant Thornton |